Festeggiamenti del patrono San Vito Martire a Mascalucia, il 15 giugno, a ricordo della Sua gloriosa nascita al cielo e la prima domenica di agosto.
Festeggiamenti in Onore al Santo Patrono e Protettore Vito a Mascalucia (CT), il 15 giugno, in ricordo della Sua gloriosa nascita al cielo e la prima domenica di agosto. Come ogni anno la Città di Mascalucia si prepara ad accogliere con grande fede e devozione il patrono.
San Vito Patrono di Mascalucia
Moltissimi anni fa il Santo Patrono era San Nicola di Bari, ma dopo varie vicissitudini il suo posto fu preso da San Vito. San Vito martire nacque a Mazara probabilmente verso l’anno 286 d.C.. La tradizione dice che perdette da bambino la madre e che fu affidato alle cure di una nutrice cristiana di nome Crescenzia e ad un maestro, anche lui cristiano, di nome Modesto, i quali di nascosto dal padre lo educarono nella fede cristiana. Il 23 febbraio del 303 si scatenò in modo furioso una persecuzione contro i Cristiani con l’editto emanato dall’imperatore Diocleziano.
La persecuzione si estese presto, come un ciclone, per tutte le province dell’impero e gli ordini dell’imperatore raggiunsero presto anche la Sicilia, dove quasi tutti i cristiani preferirono morire piuttosto che rinnegare Cristo. Il padre di Vito, cercò in tutti i modi di dissuadere il figlio ad aderire al Cristianesimo, ma non essendoci riuscito, lo denunziò alle pubbliche autorità. Certamente anche per il giovane Vito furono usate tutte quelle torture che venivano messe in atto in simili occasioni. Si cercava prima di tutto di imbrattare con le tentazioni dei sensi il Martire, in modo che prima che nella fede, l’uomo si sentisse un vinto ed un traditore nella vita morale.
La Festa
Apertura Carri che raccontano la vita del Santo patrono, e spettacolari fuochi pirotecnici. Suggestiva processione della Sacra Effige del Santo, posta sull’argenteo Fercolo, tradizionale “Entrata dei partiti” (sezione dei quartieri di Mascalucia, San Vito e Matrice), incantevole spettacolo pirotecnico. Le serate della festa si concludono con l’apertura del Carro di San Vito, struttura architettonica in ferro e legno caratterizzata da motivi artistici con personaggi viventi che rappresentano plasticamente la vita di Vito. Il culmine della scena finale si verifica con l’apoteosi di San Vito, svelato con un grandioso spettacolo di fuochi d’artificio. I festeggiamenti in onore del Santo Patrono hanno inizio con la Santa Messa, l’esposizione del SS. e l’adorazione guidata.
15 giugno
ore 9.15 Svelata del Santo Patrono Vito.
ore 17.00 Entrata del Corpo Bandistico
ore 20.00 Uscita del santo Patrono Vito e Processione lungo le vie principali della Città e fino in Chiesa Madre.
ore 23.30 circa rientro del Santo Patrono Vito nella Propria Chiesa e Spettacolari Fuochi Pirotecnici.
Festeggiamenti estivi – prima domenica di agosto
Svelata del Santo Patrono Vito, ore 21.00 Uscita Di San Vito e Processione lungo via Etnea sino in Chiesa Madre, rientro in chiesa San Vito a conclusione spettacolo Pirotecnico
“Evviva Santu Vitu”.
Il culto di San Vito è datato molto anteriormente alla Sua proclamazione ufficiale, infatti si ha notizia che, durante l’eruzione del 1669, il santo simulacro, per precauzione, fu trasportato a Catania nella Cattedrale.
Il 15 giugno ricorre la festa del Santo Patrono San Vito, giorno del suo martirio. In quella giornata il paese si sveglia all’alba con il suono festoso di tutte le campane delle Chiese che annunziano ai devoti l’inizio dei festeggiamenti.
Durante la prima messa avviene la caratteristica “svelata” del Santo. La Chiesa è sempre stracolma di devoti, la maggior parte muniti di fazzoletti bianchi per inneggiare al Santo Patrono al grido di “viva San Vito”! Il culmine della cerimonia si ha al momento del “Gloria”, quando si apre piano-piano la porta del Sacello e comincia ad intravedersi la statua del Santo Patrono.
Le campane suonano a festa, i mortaretti scoppiettano all’esterno della Chiesa e tutti all’interno inneggiano a San Vito. In pochi minuti ecco San Vito brillare al centro del suo altare e subito sono pronti un gruppetto di devoti per prendere la statua e posizionarla sull’altare maggiore. La messa prosegue tra canti e litanie anche dialettali, che ricordano il martirio del Santo.
La Chiesa resta aperta l’intera giornata per permettere ai fedeli di onorare il Santo.
Alla fine della messa mattutina, la Commissione dei festeggiamenti preceduta dalla banda musicale si incammina lungo le strade del paese per raccogliere le offerte o meglio i doni che poi verranno banditi all’asta pomeridiana. Una caratteristica moto-ape ha il compito di seguire la folcloristica processione e di stipare il materiale raccolto.
Nel pomeriggio fatidico appuntamento in piazza Umberto per aggiudicarsi o “gli asparagi” di donna Concetta o “i galletti” di don Neddu o “il vino” di don Serafino, etc…; ognuno attende l’articolo che annualmente compra a peso d’oro, ma si sa l’offerta è per San Vito e tutto è concesso. Il ruolo di banditore viene svolto da parecchi anni da don Concetto Reina, “dei Sciavazza”; non c’è devoto che non acquisti qualcosa!
La festa continua, dopo la messa vespertina, la statua di San Vito viene portata davanti alla porta principale della Chiesa, la banda esegue musiche religiose ed al via del Mastro di festa hanno inizio i tradizionali fuochi d’artificio. La “grancassa finale” da il segnale che gli spari sono finiti ed ecco che si intonano preghiere e litanie sino a quando San Vito si trova in prossimità del suo sacello. Uno sventolio di fazzoletti bianchi al grido di “viva San Vito” accompagnano nel breve percorso la statua fino a quando la porta meccanica lo preclude alla vista dei fedeli.
Mille emozioni travolgono la mente dei devoti che già pensano che potranno rivedere San Vito la prima domenica di agosto.
Nel “Registrum Litterarum 1632-33, n.51…” si apprende che viene approvata la data della prima domenica di agosto per festeggiare San Vito poiché “… per non essiri genti in detto casale che tutti sono occupati per il seminerio …” non si era potuta svolgere il 15 giugno.
Domenico Aiello nel suo volume “Per la storia di Mascalucia – La Chiesa di San Vito”,1996: “…La festa di S. Vito cadeva il 15 giugno, ma dato il particolare momento d’intenso lavoro nelle campagne (soprattutto quelle a seminerio), essa non veniva quasi mai celebrata in quella data, perché gran parte degli abitanti era assente dal paese. Si era quindi costretti ad anticipare la data di qualche giorno o trasferirla, come si faceva solitamente alla terza domenica del mese per permettere a tutti di prendervi parte.
Malgrado però gli spostamenti che subiva questo giorno, esso cadeva fin troppo vicino a quello in cui ai “Plaghi (Gravina)”, si festeggiava il patrono S.Antonio di Padova. Ciò causava notevoli dissapori tra i devoti dei due paesi, che spesso sfociavano in scontri e risse, specialmente se le due date venivano malauguratamente a coincidere.
Qualsiasi mezzo, poi, era buono per tentare di far passare in second’ordine la festività del vicino casale, come quando i mastri d’opera di Gravina scrivono al Vescovo che la loro era: “… festa di Matrice et quella (S.Vito) festa di Cappella …”.
Piccoli screzi si ebbero tra i due Casali tra gli anni 1622 ed il 1639, ma fortunatamente quelle contese erano solo note di colore tra il sacro ed il profano della vita quotidiana. Ma nel 1639 monsignor Branciforte decise di vietare per quell’anno i festeggiamenti esterni dei relativi Patroni.
Notoriamente la festa patronale viene posticipata rispetto al “dies natalis” del 15 giugno.
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