La terza domenica dopo Pasqua Acate celebra il suo protettore San Vincenzo Martire, una tradizione antica che risale al 1722, anno in cui si iniziò a celebrare la festa.
Ogni anno ad Acate, in provincia di Ragusa, la terza domenica dopo Pasqua, si svolge la festa in onore di San Vincenzo martire, protettore della città, di cui le sacre spoglie sono custodite nell’omonima chiesa. La devozione nei confronti del simulacro di San Vincenzo deposto nella omonima chiesa, contigua al Castello, è legato a una storia che si nutre anche di una vena leggendaria. Nel 1700 il Papa Clemente XI concesse al Principe Vincenzo Paternò Castello le spoglie del martire San Vincenzo.
La storia-leggenda narra che il Principe si innamorò perdutamente di una bella popolana, che abitava vicino al castello e che accettò le avances del nobiluomo intrattenendo con lui una relazione. Ma la principessa Anna Scammacca Bonaiuto scoprì la tresca amorosa e fece rinchiudere la giovane amante del marito in una delle segrete del castello, cosparsa di miele affinchè il suo corpo divenisse cibo delle api. La principessa in seguito si pentì di aver compiuto il misfatto e il Papa le offrì il perdono in cambio della offerta di accoglienza del corpo di un martire seppellito nel Vaticano, all’interno del Castello. A questo evento è collegato anche il culto di San Vincenzo e il famoso Palio, svoltosi dal 1722 in onore dell’arrivo del corpo del martire che giunse da Roma via mare e approdò al porto di Scoglitti. Da Scoglitti sino a Biscari, la colonna cerimoniale con in testa il Principe accompagnò con i cavalli l’urna del martire.
Durante i giorni della festa un’immensa folla applaude il passaggio degli sbandieratori, e dei gruppi folcloristici e musicali. Tre giorni di festa in cui Acate è tappezzata di stendardi e di archi sfavillanti di luce, percorsa da cavalli e cavalieri.
Corteo storico con personaggi che vestono splendidi costumi che si richiamano al periodo principesco della cittadina. Il giorno della festa, dalla chiesa che ne custodisce fin dagli inizi del 1700 le venerate spoglie, ha inizio la processione del Simulacro del Protettore, che si snoda tra le vie della città, in mezzo alla “sua gente”, che lo invoca tessendone le lodi a squarciagola. La domenica siccessiva, l’ottava, una processione ridotta per la felicità dei giovani che portano a spalla il Simulacro.
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