Festa della Madonna della Lettera, Santa Patrona di Messina. Secondo un’antichissima tradizione, nel 42 d.C. il Senato di Messina inviò una delegazione a Gerusalemme per comunicare la conversione al Cristianesimo della città. L’apostolo San Paolo, artefice dell’evangelizzazione, avrebbe addirittura accompagnato gli ambasciatori per introdurli alla presenza della Madonna. L’8 settembre i delegati rientrarono in città recando una lettera in cui la Vergine assicurava la sua protezione a Messina: alla lettera era allegata una ciocca di capelli della Madre di Gesù. Questa tradizione fu così presente nella storia della città che, per esempio, si conoscono anche i nomi degli ipotetici ambasciatori della legazione messinese: Girolamo Origgiano, Marcello Benifacite, Ottavio Brizio e il centurione Mulè. La lettera, redatta in ebraico, sarebbe stata tradotta in latino da Costantino Lascaris nel XV secolo: la protezione della Madonna è sintetizzata nella frase “Vos et ipsam civitatem benedicimus” presente alla base della statua della Madonna all’ingresso del porto. La data il 3 giugno 42 d.C., è da allora il giorno della festa della Madonna della Lettera, patrona della città.
Il 2 giugno al grido Ode la lettera Madre Regina – Salva Messina, Salva Messina, il fercolo d’argento della Madonna, simulacro sacro, portato a spalla da una rappresentanza delle confraternite di Messina, si sposta dalla usuale cappellina in cui è posta presso l’altare di S. Placido, per essere collocata sotto l’arco trionfale dinnanzi all’altare maggiore del Duomo. Il 3 giugno nella mattinata viene esposta, annualmente solo in questa occasione, la Manta d’oro massiccio che ricopre il quadro della Madonna della lettera, capolavoro di oreficeria del ‘600 eseguita dal toscano Innocenzo Mangani. I restanti giorni dell’anno, il quadro di stile bizantino è ricoperto da una Manta d’argento. Processione della statua d’argento della Vergine, opera dello scultore messinese Lio Gangeri, posta su una varetta in d’argento cesellato, realizzata nel 1626, con quattro anfore agli angoli, sulla quale vi è un reliquario bronzeo contenente i capelli con cui la Vergine legò la sacra Lettera.
La manta della Madonna della Lettera è l’opera più preziosa del Tesoro della cattedrale di Messina, in oro sbalzato, cesellato e inciso. Il nome allude alla funzione del rivestimento prezioso dell’immagine della Madre di Dio (“manta”, “coperta), quindi alla riza. a manta fu realizzata per essere posta sopra la tavola bizantina, andata distrutta nell’incendio del 1943. Il senato messinese e i rappresentanti della Cappella della Lettera (secondo la tradizione la Vergine concesse la protezione alla città inviando una lettera in ebraico legata da una ciocca dei suoi capelli) la commissionarono il 5 novembre del 1658 all’argentiere, scultore ed architetto fiorentino, Innocenzo Mangani: il professore di scoltura, si obbligava anche a nome del figlio Ottaviano di realizzare una manta di rame per l’immagine della Madonna della lettera da ricoprire in seguito d’oro per il prezzo di onze 70 (…); di fare la manta di ramo di quella grandecza, larghecza, modo et forma conforme al modello di cera rossa, quale dovrà cesellare lavorare polire et redurla ad ogni perfecto fine in modo tale però che si possa coprire d’oro. Ingenti somme di denaro furono impiegate per questo splendido capolavoro d’arte orafa, che complessivamente costò trentamila scudi, di cui dodicimila solamente per l’acquisto dell’oro. Molti contribuirono a sostenere le spese e persino i laureandi universitari furono coinvolti dal Senatus Consulto a pagare una tassa di dodici tarì.
Il manufatto, come riporta l’iscrizione incisa sotto il collo della Vergine, fu iniziato nel 1661 e ultimato nel 1668. L’opera è formata da due lamine sovrapposte, di cui una visibile in oro e l’altra interna, più pesante, in rame; esternamente è ricoperta da splendidi gioielli donati nei vari secoli alla Madonna da notabili personalità.
La Festa del 15 agosto – La Processione della colossale Vara
Legata al culto della Madonna della Lettera è una manifestazione religiosa molto popolare che ancora si svolge a Messina nel giorno di Ferragosto. Senza dubbio è considerato uno fra i più importanti eventi folclorici-religiosi di tutta Italia, anche se poco conosciuta. Si tratta di una grande macchina piramidale, realizzata nel XVI secolo da un certo Radese, che rappresenta l’Assunzione al cielo della Vergine Maria. Tutta questa grande struttura, realizzata in cartapesta e legno, poggiante su due grandi pattini d’acciaio, viene fatta trascinare per un lungo percorso fino a Piazza Duomo da migliaia di devoti vestiti di bianco e a pieni nudi al forte grido di viva Maria. La manifestazione faceva parte dei grandi festeggiamenti agostani dedicati alla Madonna della Lettera insieme ad altre macchine festive come i Giganti, il Cammello e la Galea. La processione della Vara in seguito fu adottata, su autorizzazione del Senato di Messina, anche da città amiche che ancora oggi le organizzano, come Palmi e Randazzo.
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