Tradizione tra le più sentite a Scordia, la festa ha inizio con lo scoppio di diciannove mortaretti. Sfilata di Cavalli e Corteo dei tre poveri, che impersonano la Sacra Famiglia, per le vie del centro storico. La festa che ricade tra la fine dell’inverno e l’inizio della bella stagione (19 marzo), di fatto apre il ciclo delle feste primaverili e, nella sfilata dei cavalli riccamente bardati che recano i doni alla Sacra Famiglia, conserva le tracce di arcaici riti di propiziazione.
Il 18, giorno della vigilia, nel pomeriggio si svolge la vendita all’ASTA di oggetti vari compresi animali vivi, doni offerti dai devoti che vengono portati nella processione offertoriale della Messa, a seguire il volo dei diciannove palloncini. In serata, dopo la messa, l’uscita della bara di San Giuseppe (di Linguanti) che va in giro per le strade del paese a conclusione i fuochi d’artificio.
Il corteo, come da tradizione, si svolge la mattina del giorno 19. La Banda musicale e numerosi membri del comitato accompagnano “i tre” in chiesa, dopo la santa messa, salutati dallo scoppio dei fuochi d’artificio e delle fettuccine con la scritta “Viva San Giuseppe”, tanti cavalli bardati a festa e autorità civili e militari; quindi ha luogo la processione dei tre “santi” seguita da una moltitudine di persone, durante la quale i fedeli donano ai tre personaggi un offerta. Quindi sul palco allestito dinanzi la chiesa, si svolge il tradizionale pranzo di San Giuseppe e la lavanda dei piedi del Bambinello.
Nel pomeriggio continua la la tradizionale asta, durante la quale vengono venduti numerosi viscotti ‘ca liffia, cuddure, pezzi di caciocavallo. La sera dopo la Messa solenne delle 19.00, il ligneo simulacro di San Giuseppe, attraversa in processione le vie della parrocchia a lui dedicata, il santo quindi fa rientro in chiesa, accolto dal corale grido “Viva San Giuseppe!“
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