Tradizionale “Entrata dell’alloro”, sfilata di uomini a cavallo per le vie del paese, la domenica precedente. Fa seguito la “Stragula”, alta torre ricoperta con rami d’alloro e forme di pane benedetto.
A meno di cinquanta chilometri da Agrigento (l’antica Girgenti) sorge il paese di Ribera dove si svolge in un clima particolarmente festoso la giornata dedicata a San Giuseppe.
Nei mesi precedenti la festa si prepara un carro di grandi dimensioni destinato a portare per le vie la statua del santo che è alta circa dieci metri rivestita di alloro e decorata con grandi pani legati tra di loro da piccole funi.
A Ribera (AG) i festeggiamenti in onore di San Giuseppe, iniziano già la domenica precedente il giorno della festa con l’’entrata dell’alloro”. La sfilata di uomini a cavallo per le vie del paese, con in mano i rami di alloro riccamente addobbati di nastri multicolori, ha inizio al mattino presto, ad essi segue la stràula (alta torrea) tra spari di mortaretti, tamburi e la banda musicale; accanto ad essa sono i deputati, rettura, con il capo della festa, governaturi. Precedentemente, i componenti della commissione, sono andati a raccogliere in un vicino bosco i rami d’alloro per abbellire la stràula e in omaggio a S. Giuseppe. Il corteo termina infine alla casa del governaturi.
La “stragula” è una torre di circa 10 metri costruita su di un carro, e bardata con rami d’alloro e diverse forme di pane benedetto (cadduri), legate fra di loro, che rappresentano l’abbondanza, che vengono poi distribuite ai partecipanti. Il carro è trainato da buoi riccamente addobati e al centro della torre vi è il quadro di San Giuseppe, il “padre della provvidenza”; gira per le strade del paese accompagnato dalla banda musicale che esegue allegre marce, mentre i membri del Comitato si prodigano per raccogliere le offerte dei cittadini.
La mattina del 19 marzo il Gruppo di “pellegrini”, costituito da San Giuseppe, la Madonna e il Bambino Gesù su un asinello, seguiti dai 12 Apostoli, vanno a far visita ai tradizionali “Altari”, allestiti all’interno delle case dei devoti. Le grandi tavole vengono imbandite con tante pietanze tipiche siciliane, escluso la carne, dove San Giuseppe giunge a chiedere ristoro battendo con il suo bastone fiorito. E quando la “padrona” dell’altare concede il suo permesso, tutti figuranti e turisti compresi sono invitati a mangiare tutto il ben di Dio che si trova sulle tavole, ma soprattutto la minestra di finocchi e fave che preparano in grosse pentole appositamente per i visitatori.
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