Festa di San Giuseppe a Marettimo – Le celebrazioni in onore del santo patrono hanno inizio con la novena. Il giorno della festa tradizionale rito dell’ “Alloggiate”, Pranzo di San Giuseppe e distribuzione dei panuzzi.
Se vi capita di poter andare alle Egadi il 19 marzo non perdetevi la Festa di San Giuseppe a Marettimo. I festeggiamenti in onore del Santo incominciano la sera della vigilia con degli enormi falò, chiamati “vampi”. Il giorno dopo nella piazza principale del paese, Piazza Umberto, viene allestita una grande Cena in onore del Santo. Gli abitanti del posto partecipano attivamente all’allestimento della tavola portando ciascuno ciò che serve per imbandirla.
Vengono anche preparati dei dolci tipici, come la cubbaita e i panuzzi, che poi saranno regalati a tutti i presenti. Nel pomeriggio del 19 si svolge la Processione dedicata a San Giuseppe.
La Festa di San Giuseppe è una delle celebrazioni più sentite nella località di Marettimo (TP). Celebrazioni in onore del santo patrono hanno inizio con una novena e l’immagine del santo viene incorniciata presso gli “Altari” che le famiglie allestiscono nelle proprie case. Oltre all’immagine del santo e della sacra famiglia vengono esposti oggetti simbolici come tre arance, i “cucciddrati” (di pane), i “panuzzi”, ceri accesi, vasi colmi di barcu, la violacciocca sinuata che fiorisce a Marettimo in questo periodo.
L’atmosfera di festa è già viva il giorno della vigilia per l’alza bandiera con l’effigie di San Giuseppe e l’arrivo della banda musicale, che attraversa le vie del paese a raccogliere fondi per un particolare rito. La sera, infatti, tutta la popolazione assiste al rito della “Duminiara”. Si fanno ardere tre cumuli di fascine di legna composte da arbusti raccolti sull’isola e fatti essiccare per qualche giorno; i mazzi, legati con il liamo di disa (Ampelodesmos), sono di stinco (lentisco), alencio (erica), ruseddru (cisto) e rosmarino. I tre fuochi rappresentano la Sacra Famiglia; per tradizione, nel fuoco centrale si bruciavano le vecchie barche al grido di “Evviva u Patriarca di San Gnuseppe”, seguito da un corale “Vivaaa”.
Il 19 marzo giorno della festa ha inizio con il suono della banda musicale. Nella piazza principale del paese si allestisce un palco, addobbato con ramoscelli di murtiddra raccolti il giorno prima, il mirto che alla fine della cerimonia adornerà i campiuna delle barche. Dopo il rito religioso, celebrato solitamente dal vescovo della diocesi di Trapani, su una tavola imbandita si svolgerà il tradizionale pranzo detto Ammitata di Santi. I santi sono tre persone del paese che raffigureranno Maria, Gesù e Giuseppe, un tempo scelti fra i più bisognosi dell’isola o tra chi aveva fatto un voto a San Giuseppe. Ancora in alcune famiglie vi è l’usanza d’ammitare i santi organizzando un lauto banchetto nella propria casa, anche in periodi lontani dalla ricorrenza del 19 marzo. Prima però si è già svolto il rito dell’Alloggiate, sicuramente il momento più commovente e più sentito dell’intera manifestazione, poiché rievoca la fuga in Egitto della Sacra Famiglia in cerca di ospitalità.
I tre pellegrini si avviano a bussare simbolicamente il portone chiuso della chiesa accompagnati da un coro di donne che intonano la seguente nenia: “Alloggiate, alloggiate i tre poveri pellegrini. Alloggiate, alloggiate sono stanchi i meschini. Oh che pena, che dolore…”. Per due volte il portone della chiesa verrà sbattuto in faccia ai tre Santi con un secco: “Un c’è posto”. Finalmente al terzo tentativo, alla domanda “Cu è?”, alla risposta “Gesù, Maria e Giuseppe” le porte si spalancano. Le campane suonano a festa e la folla, che aveva ascoltato tutto in religioso silenzio, esulta al grido di “Evviva u Patriarca di San Gnuseppe”.
La musica della banda accompagnerà poi il rito del sacro pranzo, abbondante di pietanze e di dolci offerti dalle famiglie, “a divuzione”. Ecco i dolci che alla fine del rito verranno distribuiti a tutti i presenti: pignolo a base di farina e miele; petra mennula, torrone duro di mandorle e zucchero; cubbàita di giuggiulena, torrone di sesamo; cassateddre di ricotta e tanti dolci tipici siciliani
Nel pomeriggio la statua del santo viene portata in processione e portata casa per casa. Il giorno successivo vengono organizzati giochi come “Pignateddi”, “iocu antinna”, tiro alla fune; e nel pomeriggio si svolge la processione di San Francesco di Paola “U Santu Patri” patrono di tutta la gente di mare che chiude i tre giorni di festa.
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