Carnevale di Avola

59° edizione Gran Carnevale di Avola 2020 (SR). La festa di Carnevale rappresenta da parecchi anni un appuntamento importante per la Città di Avola (SR), creando nei giorni che vanno dal giovedì grasso al martedì successivo significativi momenti di festa che si conclude la notte del martedì con il rogo del pupazzo rappresentante Re Carnevale. Tutte le annuali iniziative sono state da sempre realizzate con soddisfazione del pubblico per i programmi articolati e di rilievo, consistenti nella sfilata di carri allegorici, carri infiorati, gruppi mascherati, nel concorso poesie dialettali ed in altre manifestazioni.

Il primo documento relativo al Carnevale avolese,  risale agli inizi di questo secolo. Si tratta dell’articolo Carnevale in Avola pubblicato nel 1912 da Gaetano Apollo Gubernale sulla rivista “La Siciliana”, da lui diretta: “La maschera che conta un maggior numero di affiliati è quella del massaru con vestimento all’antica, cioè la tradizionale ormai scomparente meusa in testa, camicia di flanella bianca, giacca cortissima, calzoni di velluto, ampi e corti fino al ginocchio, calzette lunghe e bianche e stivaloni larghi. I massari camminano saltellando sulla punta dei piedi, tenendo in mano una forcella e sulla spalla i vertuli (bisacce). Vien dopo quella dei micheli consistente in un berrettone a maglia bianca infilato sulla testa fino al collo, con quattro buchi orlati di rosso, fatti adattamente in ordine agli occhi, al naso e alla bocca; e una lunga camicia di donna stretta al fianco da una cordicella di liama (disa), oppure da una correggia di cuoio ornata da cianciani (sonagli). I micheli portano in mano una maccia r’ardicola (pianta di ortica), o una frasca d’ulivo, con le quali van pungendo e percotendo gli amici e i parenti che incontrano per via; il loro passo è un trotto continuato; la voce un gutturale monotono, rullante, noioso. Essi sono capaci di combinare per le vie scenette ridicole, umoristiche, piacevoli per gli spettatori”.

Un altro elemento associabile alla Grecia classica era dato dai carri ambulanti di poeti dialettali e musici, simili a quelli usati dai greci nelle feste orgiastiche in onore di Dioniso. Questi carri, detti dei pueti, ci inducono a parlare di un’altra antica tradizione avolese: la recita in pubblico delle poesie dialettali. Durante il Carnevale, soprattutto nelle ore pomeridiane, i poeti giravano per il paese su carretti siciliani addobbati per la circostanza con ramoscelli di oleandro (rànnulu). Dopo la seconda guerra mondiale in una delle piazze di Avola si costruivano dei casotti nei quali si faceva una pesca con i numeri della tombola. In palio c’era di tutto: animali vivi (soprattutto galli) o pasticciotti (grossi dolci rotondi ripieni di marmellata) e tante altre cose. Sul finire degli anni ’50 si assiste ad un momento di crisi, dal 1961 la tradizione viene ripresa e rinnovata con lo scopo principale di attrarre turisti ad Avola. Da allora i festeggiamenti si sono ripetuti ogni anno per quattro giorni.

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www.carnevalediavola.com

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