In una stanzetta si trova un piccolo laboratorio, «li Raccamatrici», tre donne sono curve su bianchi lini e lavorano coperte, lenzuola e altra biancheria armonizzando colori, disegni e vari punti antichi. Proseguendo una donna tesse i tenni al grande telaio di legno, e altre anziane signore, sedute attorno a brascera, lavorano la calza, l’uncinetto e la maglia. Nell’allestimento di questa piccola bottega non è stata dimenticata neppure la dimensione privata dei proprietari; infatti, dietro l’esposizione è stata ricreata l’abitazione per ricordare come la vita domestica si svolgeva in spazi così ristretti,«a Famigghia». Gli arredi sono quelli di una famiglia povera: in una sola stanza, vivono tutti i componenti, la madre dondola la naca del piccolo mentre lavora a maglia.
Nelle vicinanze una voce maschile cantilena la presenza « du Cinnirazzaru», un uomo con scialle e coppola che gira con l’asino vendendo la carbonella. Alla fine del percorso si dispiega «l’Aia»: qui un anziano contadino dirige la trebbiatura, a pisata, tenendo per le redini l’animale che frantuma i covoni sparsi. Il percorso si conclude con la visita nella bella chiesetta della Madonna del Barone: dedicata alla Madonna delle Grazie.
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