CERTIFICAZIONE PRESIDIO SLOW FOOD: |
Il melone “Purceddu” è un Presidio Slow food sostenuto dall’Assessorato delle risorse agricole e alimentari della Regione Siciliana. |
TERRITORIO DI PRODUZIONE: |
Comuni di Alcamo, Castellamare del Golfo, Calatafimi (TP), comuni di Camporeale, Roccamena, S. Giuseppe Iato (PA) |
DESCRIZIONE SINTETICA DEL PRODOTTO: |
Il purceddu d’Alcamo ha la buccia verde, costoluta e rugosa e la forma ovale. Si chiama purceddu perchè la sua forma ricorda un maialino (purceddu in dialetto). E’una varietà rustica, che si conserva a lungo e che va coltivata rigorosamente in asciutto. La polpa bianca è succosa e diventa più buona e dolce con il passare del tempo grazie alla progressiva concentrazione degli zuccheri contenuti nella polpa. I meloni sono uno dei prodotti più importanti e antichi dell’agricoltura trapanese.
Il purceddu (Cucumis melo var. inodorus) appartiene a una famiglia di vecchie varietà – come anche il cartucciaru di Paceco, o il tondo bianco di Fulgatore – chiamate infatti meloni d’inverno, varietà che purtroppo rischiano di scomparire. Nel 1997, nella Sicilia occidentale, il “Melone d’inverno” occupava una superficie di circa 6000 ettari, di cui 1500 a buccia verde. Recenti indagini effettuate dalla Sezione operativa 85 dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura hanno rilevato una diminuzione di ben 300 ettari di superficie e gli ultimi anni la tendenza continua a essere negativa e la concorrenza di meloni stranieri è sempre più forte. Il melone purceddu è un ottimo frutto da tavola, ed è uno degli ingredienti del gelato e delle tradizionali granite siciliane. Stagionalità Il melone purceddu si raccoglie dalla seconda decade di agosto a settembre, ma si conserva anche fino a Natale. Le confetture di melone si possono trovare tutto l’anno. |
DESCRIZIONE DELLE METODOLOGIE DI LAVORAZIONE, CONSERVAZIONE E STAGIONATURA: |
Seminati a maggio, si raccolgono, quando non sono ancora perfettamente maturi (in dialetto si dice gresti) a partire da agosto e la loro caratteristica più importante è appunto la serbevolezza. Dopo il raccolto si ripongono in magazzini freschi e ventilati, sovrapposti a cumuli, all’interno di recinti chiamati zamme. Ogni quindici giorni si devono rivoltare con grande cura, senza scuoterli o provocare urti. Questa pratica evita la formazione di marciumi.
Ottimi fino a Natale e oltre – un tempo si conservavano anche fino a febbraio – con il passare del tempo diventano addirittura più buoni: tradizionalmente, dopo la raccolta, si sistemavano sulle terrazze delle case oppure si appendevano ai balconi. |
MATERIALI E ATTREZZATURE SPECIFICHE UTILIZZATE PER LA PREPARAZIONE E IL CONDIZIONAMENTO: |
Nessuna attrezzatura specifica. |
DESCRIZIONE DEI LOCALI DI LAVORAZIONE, CONSERVAZIONE E STAGIONATURA: |
Nessuna. |
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