Festa Barocca in onore di Santa Venera Vergine e Martire, Patrona principale della Città di Acireale. Tradizionali “Giri” della Santa sull’argenteo fercolo accompagnato dalle caratteristiche Candelore.
Festa Barocca in onore di Santa Venera Vergine e Martire, Patrona principale della Città di Acireale (Catania) e della Diocesi. La Festa culmine con i “giri” della Santa sull’argenteo fercolo accompagnato dalle caratteristiche Candelore dei giorni 25 e 26 (solennità di Santa Venera) per le strade di Acireale. Le celebrazioni di Santa Venera hanno inizio la prima domenica di luglio con l’uscita tra le vie della città, delle quattro caratteristiche candelore. Si tratta di grandi e variopinti ceri in legno inciso, portate sulle spalle da abili uomini rappresentanti le corporazioni di Arti e Mestieri (calzolai, panettieri, pescivendoli, muratori e artigiani). Solitamente una vivace orchestra accompagna la tipica danza “annacata” (scotimento, scossone, in dialetto siciliano) delle candelore al ritmo di una festosa marcia musicale.
Dall’inizio dei festeggiamenti, il 26 giugno, si giunge al culmine con il Concerto delle Cantate a Santa Venera Patrona il 24 luglio, concerto unico nel suo genere che prevede l’esecuzione delle più belle pagine dell’antica Cappella musicale del Municipio, scritte in onore di Santa Venera dai più accreditati Maestri di Cappella dei secoli XVIII – XX eseguite dalla Cappella Musicale della Venerabile Reale Cappella di Santa Venera e il 26 luglio con il Solenne Pontificale di mattina e la processione e Cantata serale dell’inno alla Santa Patrona eseguite dalla Cappella Musicale della Venerabile Reale Cappella di Santa Venera insieme ad alcune Corali della Diocesi di Acireale.
La festa si conclude al calar della sera quando un pubblico di gente riunitosi in piazza, saluta il rientro della santa patrona in chiesa e il suono gioioso delle campane del Duomo e i suggestivi fuochi pirotecnici che colorano il cielo acese
Passeggiando per Acireale ci si imbatte continuamente in testimonianze su santa Venera che, secondo quanto si racconta, preservò più volte la cittadina di cui è patrona dalle eruzioni dell’Etna e limitò i danni dei tanti terremoti della zona, come quello del 1693 che distrusse quasi completamente Catania. La sua cappella barocca nel Duomo, costruita fra il 1658 e il 1687, è decorata dai settecenteschi affreschi e dalla pala d’altare di Antonio Filocamo; mentre in sacrestia si custodisce il fercolo d’argento che sfila nella processione del 26 luglio, festa liturgica della santa.
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