Festa del patrono San Sebastiano martire a Melilli. La notte fra il 3 e 4 maggio, la piazza e il corso principale restano illuminati a giorno per accogliere i pellegrini che arrivano a piedi dai paesi vicini.
Festa del patrono San Sebastiano martire di Melilli (SR). In suo onore i devoti, la notte tra il 3 e 4 maggio, si recano in pellegrinaggio a piedi, da Carlentini, Lentini e altri comuni, sino a Melilli.
La storia ci tramanda che alla fine dell’aprile del 1414 una nave, proveniente dall’Adriatico, naufragò sull’isola Magnisi. Non ci furono vittime e i naufraghi attribuirono questo eccezionale accadimento alla statua di San Sebastiano, contenuta in una cassa trasportata nella nave, che si preoccuparono subito di raccogliere, non riuscendo però a sollevarla. La notizia dell’evento giunse presto al vescovo di Siracusa che, con il popolo in processione, si recò subito sul posto al fine di portare la statua presso la sede arcivescovile. La fama di questo miracoloso fatto giunse anche a Melilli il cui popolo, spinto da fede e da curiosità, si recò nel luogo in cui vi era la statua il 1° maggio 1414. La leggenda tramanda che nel momento in cui si decideva presso quale dei paesi del siracusano la statua dovesse esser collocata, improvvisamente e miracolosamente il simulacro divenne pesante per tutti coloro che cercavano di sollevarlo tranne che per gli abitanti di Melilli i quali trasportarono il simulacro di San Sebastiano in processione fino al paese, tra canti di gioia e inni religiosi.
I festeggiamenti hanno inizio la sera del 3 maggio con la processione del reliquiario in argento: un braccio che tiene in mano una freccia. La notte fra il 3 e 4 maggio, la piazza e il corso principale restano illuminati a giorno per accogliere i pellegrini che arrivano a piedi dai paesi vicini e che aspettano con trepidazione ed ansia l’apertura della chiesa, per manifestare il loro ringraziamento a San Sebastiano. Alle ore quattro in punto del 4 maggio, tra scampanio di campane e sparo di mortaretti viene aperta la Chiesa, nella quale si riversano i fedeli che gridano: semu vinuti ri tantu luntanu. Primu diu e e Sam Mastianu. Verso le ore sei, correndo, arrivano dalla santa croce (località in cui si trova un’edicola votiva del Santo) i nuri di Melilli, uomini, donne e bambini vestiti di bianco con fazzoletto in testa, fascia rossa a tracolla e sui fianchi, un mazzo di fiori in mano, successivamente arrivano i nuri di Sortino e Solarino. Alle ore dieci si assiste alla trionfale uscita del fercolo, che viene portato in processione per le vie del centro storico. I festeggiamenti si concludono l’11 maggio, quando il simulacro di San Sebastiano, dopo aver percorso le vie della nuova zona di espansione, viene conservato nella basilica al grido primu diu e sam mastianu. La festa di maju è anche per molti melillesi emigrati l’occasione di un ritorno alla loro terra natia.
Il Santo Patrono è solennemente celebrato il 20 gennaio, giorno del suo “dies natalis”, quando, alle ore sei, si può assistere alla solenne svelata della statua taumaturgica, posta sull’altare maggiore. Il Santo rimane esposto alla venerazione dei fedeli per l’intero ottavario, per essere conservato, poi, nella sua nicchia fino al 4 maggio.