La vera devozione al Patrono San Giusto il popolo di Mlisilmeri (Palermo) la manifesta principalmente una volta l’anno, l’ultima domenica di agosto, giorno della sua Festa solenne. San Giusto, martire per decapitazione come vuole la tradizione, è rappresentato nella iconografia prevalente in abbigliamento militare, Miles Christi, soldato fedele di Cristo, con in mano la palma.
Il ritrovamento del suo corpo avvenne il il 26 maggio 1665 a Cagliari, nella catacomba della Basilica di San Saturnino. Le reliquie furono custodite da nobili famiglie e donate alla città di Misilmeri da Donna Tommasa del Bosco Sandoval perché fossero custodite nella Chiesa Madre. La città di Misilmeri venera le sue reliquie sin dal 1671, anno in cui furono vi furono traslate.
La vigilia del giorno proprio della Festa del Santo, cioè il Sabato si canta un solenne Vespro alla Matrice, la Madre Chiesa in tale occasione si presenta sfarzosamente parata di stoffe multicolori e carta argentata. La domenica mattina si tiene una solenne Messa cantata con panegirico presenti tutte le Autorità come nella vigilia. Il pomeriggio la solenne processione delle reliquie del santo per le vie della città, durante la quale si svolge la “volata degli angeli” ed al rientro “la corsa”. Altra antica tradizione è quella di portare in processione i “palii”, lunghe aste di legno di colore bianco con alla sommità una colomba, simbolo di pace e di serenità ma anche antico simbolo della città di Misilmeri. Questi palii venivano portati in processione la settimana prima della festa di San Giusto e dal loro numero si desumeva quanti giorni di festa ci sarebbero stati in paese per il Santo Patrono, ogni tre palii un giorno.
Durante i festeggiamenti si svolge la Sacra Dimostranza della vita di San Giusto, corteo di circa cento personaggi che rappresenta i momenti salienti della vita del santo. Nell’anno 1771, centenario della traslazione delle reliquie di S. Giusto nel paese, furono fatti grandi festeggiamenti in onore del Santo, tra questi venne realizzata durante un’imponente processione figurata con cui fu rappresentata la vita di S. Giusto, sino al martirio. È proprio questa “Sacra Dimostranza” che si vuole riproporre al popolo misilmerese, con l’intento di suscitare nei giovani e nei cittadini il necessario coinvolgimento emozionale verso un evento facente parte del nostro patrimonio storico, religioso e culturale. Si vuole giungere ad una vera e propria rivisitazione culturale e storica del periodo in cui è vissuto S. Giusto, del suo martirio e del significato più profondo del legame di fede tra il popolo di Misilmeri e il suo Santo Patrono, rappresentata e raffigurata con l’ausilio di momenti di teatralizzazione urbana, di quadri coreografici storico-religiosi e di particolari effetti scenografici, nonché, con il coinvolgimento di elementi locali che interpretano i personaggi facenti parte della “Dimostranza”.
Le reliquie sono poste in una cassa lignea argentata con quattro “cristalli” che ne permettono la visione. Da un atto notarile, datato 1 dicembre 1784, ritrovato da Padre Giovanni Liotta, si ha la conferma del nome dell’autore della cassa d’argento, che era stata commissionata per contenere le venerande reliquie all’argentiere palermitano Don Ignazio Richichi. Il maestro dovette iniziare l’opera nel 1783. A Palermo la famiglia degli argentieri Richichi, inserita nella maestranza degli orafi e argentieri della città, è attiva e fiorente nella seconda metà del XVIII secolo.
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