RICONOSCIMENTO DELLA DENOMINAZIONE NAZIONALE: |
Il “coso di ficu” o “coso duci” è riconosciuto come Prodotto Agroalimentare Tradizionale siciliano dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. |
TERRITORIO DI PRODUZIONE: |
In provincia di Trapani, i comuni di Erice, Valderice, Buseto Palizzolo, Custonaci, San Vito Lo Capo e Castellammare del Golfo. |
DESCRIZIONE SINTETICA DEL PRODOTTO: |
Prodotto della pasticceria con ripieno di conserva di fichi secchi e mandorle tostate e macinate. |
DESCRIZIONE DELLE METODOLOGIE DI LAVORAZIONE, CONSERVAZIONE E STAGIONATURA: |
Ingredienti:
zucchero, farina “00”e di grano duro, vanillina, ammoniaca e strutto, fichi macinati, mandorle tostate e macinate, chiodi di garofano in polvere, zucchero, miele, gocce di cioccolato, sesamo, scorze di agrumi essiccati al sole o al forno e macinati e vino cotto. Preparazione: Il dolce si ottiene dalla lavorazione delle farine a grano duro e doppio zero con zucchero, vanillina, ammoniaca e strutto. L’impasto del ripieno è composto da fichi macinati, mandorle tostate e macinate, chiodi di garofano in polvere, zucchero, miele, gocce di cioccolato, sesamo, scorze di agrumi essiccati al sole o al forno e macinati e vino cotto. La trasformazione delle materie prime che entrano nella produzione del dolce avviene da luglio (raccolta ed essiccazione al sole dei fichi), a settembre (vendemmia e preparazione del vino cotto dal mosto), a novembre (preparazione dei canditi dagli agrumi), per arrivare a dicembre per la realizzazione del dolce durante il periodo natalizio. L’impasto di farina viene steso allo spessore di 2-3 mm. La sfoglia viene tagliata in quadrati aventi lato di 10 cm. e su di essi viene posto un cucchiaio dell’impasto di fichi. La sfoglia viene ripiegata su se stessa e sigillata ai lati con le dita. Sopra si praticano le incisioni che porteranno alla forma desiderata. Il dolce viene infornato a 200° per 20 minuti circa. |
MATERIALI E ATTREZZATURE SPECIFICHE UTILIZZATE PER LA PREPARAZIONE E IL CONDIZIONAMENTO: |
La madia per impastare la farina. Il tavolo di legno (tavuleri) o in acciaio per la lavorazione vera e propria, il mattarello per stendere l’impasto (oggi viene utilizzata la sfogliatrice), coltellini e lamette per le incisioni, teglie per infornare ed il forno a legna per la cottura; per il ripieno: tritacarne per la macinazione di fichi e mandorle, e la planetaria per amalgamare l’impasto dei fichi macinati. |
DESCRIZIONE DEI LOCALI DI LAVORAZIONE, CONSERVAZIONE E STAGIONATURA: |
Laboratori di pasticceria e locali domestici. |
ELEMENTI CHE COMPROVINO CHE LE METODOLOGIE SIANO STATE PRATICATE IN MANIERA OMOGENEA E SECONDO REGOLE TRADIZIONALI PER UN PERIODO NON INFERIORE AI 25 ANNI: |
Le metodiche di lavorazione e produzione delle “Così di Ficu” sono tramandate per via orale da madre in figlia almeno dalla fine dell’800. Lo testimoniano le donne anziane che ad oggi producono il dolce. Inoltre, il Sindaco di Castellammare del Golfo dichiara che le metodiche come sopra riassunte sono state praticate in maniera omogenea e secondo le regole tradizionali per un periodo superiore a 25 anni. |
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