PROVINCIA |
Agrigento |
COMUNE |
Favara |
INDIRIZZO |
Piazza Cavuor, Favara (AG), Italia |
ORARI |
APERTURA |
CHIUSURA |
Castello di Chiaramonte
da Lunedì a Sabato |
8.00 |
20.00 |
Castello di Chiaramonte
Domenica |
8.00 |
13.00 |
GIORNO DI CHIUSURA |
Domenica |
COSTO DEL BIGLIETTO |
INTERO |
RIDOTTO |
CASTELLO DI CHIARAMONTE |
GRATUITO |
GRATUITO |
Il Castello Chiaramonte può essere considerato il principale palazzo della città di Favara. Ubicato sul lato nord-ovest della piazza Cavour, secondo gli storici fu edificato da Federico II di Chiaramonte intorno al 1270.
Non si può fare a meno di evidenziare l’importanza che la fonte Canali ha avuto nella scelta del luogo e la vita del maniero. Trattasi, nella fattispecie, di una piccola caverna in origine aperta, dove tutti andavano ad attingere acqua. Con l’espandersi del tessuto urbano ai piedi e a valle della roccia fortificata, nella metà del XVIII secolo, si sentì l’esigenza di interrare la caverna e renderla accessibile attraverso un cunicolo realizzato in pietra e gesso, che è servito anche come conduttura d’acqua. In origine, pare che un cunicolo collegasse il castello con la fonte.
Il castello di Favara, nel complesso, rispettava i canoni del castrum medievale, con il mastio che anticamente si collegava ad una cinta muraria fortificata con una torretta d’angolo, col compito di garantire la sicurezza del palazzo, dove il signore dimorava con la famiglia. La cinta muraria e il castello, lungo il perimetro est, risultavano naturalmente difesi dallo sperone roccioso su cui erano abbarbicati. Alle pareti scoscese di detto sperone, in epoca cinquecentesca furono addossati la Chiesa di nostra Signora della Trapassione (Madonna del Transito) ed abitazioni private; la qual cosa modificò il caratteristico aspetto originario naturale del luogo ed occultò le stesse pareti con relativi anfratti naturali e grotte ancora oggi esistenti. Il grande portale d’ingresso di forma ogivale immetteva nella corte centrale quadrangolare, su cui si affacciavano tutti gli altri ambienti.
Il piano terra comprendeva, oltre all’andito dalle pareti affrescate (con due stemmi dei Chiaramonte e di San Giorgio) e alla corte, anche la cucina, l’antica scuderia, il magazzino di Timilia, le stanze degli armigeri, il pozzo, il silo, e alcune strutture di servizio. Il pozzo, scavato interamente nella viva roccia, è stato senza dubbio la prima realizzazione dell’intera struttura. In origine assicurava agli abitatori del castello una riserva idrica continua. Col passare degli anni, il bacino acquifero dovette subire un abbassamento e il pozzo non garantì più la primitiva riserva, al punto da divenire inservibile. Nel corso degli anni (XVII-XVIII secolo), è divenuto luogo di discarica, dove è stata gettata una gran quantità di cocci di vasellame (soprattutto brocche e piatti) misti a resti d’ossa animali, pietrame e terra.
Salendo per un’ampia scala posta sul lato occidentale della corte si arrivava al “piano nobile”, luogo di residenza degli antichi feudatari, le cui stanze erano collegate da un ballatoio. Questo piano contava diversi ambienti: la loggia, il portico, una cucina, il salone, la sala della duchessa, la stanza del duca o dell’alcova, la cappella, la stanza del Crocifisso. Infine il secondo piano, chiamato “quarto superiore”, comprendeva: il carcere delle donne, la stanza delle torture, altre due stanze, un’altra stanza del duca o dell’alcova, un riposto, la latrina, la scala collegamento stanza del duca-riposto.
Al di sopra di questo piano vi erano le coperture, i terrazzi e i merli. La parte più alta del castello è senza dubbio rappresentata dalla torretta dell’orologio. La presenza di due cannoni sull’astraco, nel periodo fra la seconda metà del 1700 e la prima metà del 1800, ci fa capire la sua utilizzazione strategica. Il casotto che conteneva la struttura meccanica era accessibile dal terrazzo soprastante il carcere delle donne, a cui si collegava mediante uno stretto corridoio coperto chiamato passetto. Per tutto il 1700 la torretta è stata oggetto di acconci e ripari; quella ad oggi esistente è datata 1764, come si rileva dall’incisione riportata in un concio alla base della copertura.
Il castello era dotato anche di cunicoli sotterranei che dovevano servire per eventuali fughe e per collegamenti strategici. Allo stato attuale si conosce un cunicolo con ingresso da un portale a sesto acuto ad est della roccia fortificata. Oggi il castello è sede di rappresentanza del Comune e viene utilizzato per eventi culturali. Interessante è la mostra permanente del pittore Pasquale Farruggia che prima di morire ha deciso di donare al comune una parte dei suoi quadri oggi sistemati all’interno di una delle sale del castello.
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