“A CARVACCATA DI VISTIAMARA” – La Cavalcata dei Pastori in onore del SS. Sacramento, la terza domenica di luglio a Geraci Siculo (PA). La festa si svolge ogni sette anni, la prossima edizione si svolgerà nel 2018.
Ogni anno, però la terza domenica di luglio, anche se in tono minore, i Pastori festeggiano l’evento sia con una cerimonia religiosa che con una manifestazione tradizionale che prevede suoni, canti e assaggi di prodotti tipici caseari di loro esclusiva produzione. La manifestazione inizia nel 1643. Costituisce la terza grande manifestazionre delle Madonie. E’ una originale forma di ringraziamento e di eterna riconoscenza per il particolare segno di predilezione dimostrata da Dio verso i pastori. E’ anche il riflesso di quel primordiale ordinamento patriarcale che reggeva le comunità nomade vaganti con i loro armenti per le selve della nostra isola. Ordinamento in cui il più anziano è il più autorevole tra i pastori, era a un tempo il capo, il consigliere, il sacerdote della comunità intera.Per l’occasione vengono preparati dei “cavadduzzi e palummeddi” (cavallucci e colombe) di caciocavallo, modellato dalle mani dei pastori.
La sfilata preceduta da un araldo trombettiere con stendardo, rispetta nei suoi particolari quella lontana concezione di vita: sfilano per prima i ragazzi, poi i giovani, quindi gli uomini maturi, infine i più anziani, tra i quali spicca il “Cassiere”, montando cavalli riccamente bardati. Ciascun cavaliere reca un dono particolare, il cosidetto “chirchiu”, che in realtà è una grande conocchia i cui vimini sono tutti foderati di merletto bianco e a cui sono appesi “cavadduzzi” e “palummeddi” di caciocavallo.
Il costume tradizionale, all’inizio era così composto: scarpe di pelo, gambiere di orbace abbottonate dietro e alte oltre il polpaccio, pantaloni di velluto nero sino al ginocchio, giacca pure di velluto, corta, stretta alla vita ornata di galloni neri di seta, copricapo a maglia di lana chiuso alle estremità e scendente sull’omero. Ognuno regge con la sinistra l’offerta. I più giovani: colombi, asinelli, daini, cavallucci, pecorelle fatti di pasta di cacio e pendenti, tra svolazzanti nastri di vario colore dalla conocchia, un cerchio di legno sostenuto da un bastone a guisa di ombrello; gli uomini maturi mazzi di cera più o meno vistosi, (secondo l’importanza del voto fatto), legati con nastri e fiori, mentre il gruppo degli anziani tiene alto, su appositi sostegni i principali paramenti sacri: una sontuosa pianeta, la stola, la manopola e le chiavi d’argento del tabernacolo. Il cassiere infine porta “l’Antisfera” un drappo di velluto di seta nero riccamente ricamata in oro riproducendo la “Sacra Sfera”. La manifestazione si conclude con l’offerta alla chiesa di cera e fiori e con la benedizione.
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