FICODINDIA DELLA VALLE DEL TORTO, “FICUDINIA” P.A.T.

PRODOTTI TIPICI SICILIANI

FICODINDIA DELLA VALLE DEL TORTO, “FICUDINIA” P.A.T.

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RICONOSCIMENTO DELLA DENOMINAZIONE NAZIONALE:

Il ficodindia della Valle del Torto, “Ficudinia” è riconosciuto come Prodotto Agroalimentare Tradizionale siciliano dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

TERRITORIO DI PRODUZIONE:

Alta Valle del fiume Torto, e più precisamente Roccapalumba, Alia, Vicari, Lercara Friddi.

DESCRIZIONE SINTETICA DEL PRODOTTO:

Il ficodindia è una pianta sub-tropicale, il frutto che produce è una bacca di forma ovoidale. Esistono tre varietà: la bianca detta “muscaredda” –  90% della produzione; la gialla detta “sulfarina” –  5% della produzione; la rossa detta “sanguigna” –  5% della produzione.

DESCRIZIONE DELLE METODOLOGIE DI LAVORAZIONE, CONSERVAZIONE E STAGIONATURA:

Per avere un prodotto di maggiore qualità, pezzatura e resa, in primavera i frutti (chiamati agostani) e le pale giovani, vengono asportate per ottenere una seconda produzione autunnale, si ottiene, quindi il frutto “scozzolato” detto in roccapalumbese “Bastarduni”; inoltre nella seconda produzione, per migliorare ancora di più il prodotto, si procede al diradamento che consiste nel togliere parte dei frutti che hanno raggiunto i 2-3 cm. di altezza. Le operazioni di raccolta iniziano nel mese di ottobre e si protraggono sino al mese di dicembre. Successivamente alla raccolta i frutti vengono despinati.

MATERIALI E ATTREZZATURE SPECIFICHE UTILIZZATE PER LA PREPARAZIONE E IL CONDIZIONAMENTO:

Il frutto despinato e calibrato meccanicamente viene subito immesso al consumo in confezioni conformi alla nuova normativa, in legno e in cartone.

DESCRIZIONE DEI LOCALI DI LAVORAZIONE, CONSERVAZIONE E STAGIONATURA:

Il prodotto dopo la lavorazione, in genere viene immesso immediatamente al consumo. In caso contrario viene stoccato in locali freschi e aerati.

ELEMENTI CHE COMPROVINO CHE LE METODOLOGIE SIANO STATE PRATICATE IN MANIERA OMOGENEA E SECONDO REGOLE TRADIZIONALI PER UN PERIODO NON INFERIORE AI 25 ANNI:

Nel 1855, Vito D’Amico, nel “Dizionario topografico della Sicilia” attesta che nel territorio di Roccapalumba erano coltivati a ficodindia una estensione di terreno pari a 11,434 “salme”, corrispondenti circa a 22.44.00 Ha. La “scozzolatura”, secondo Pitrè, fu sperimentata nel 1819 a Calamina dall’agrimensore Francesco Fazio, il cui figlio si trasferì a Roccapalumba, dove si presume, abbia introdotto tale tecnica. Negli anni 50 i fichidindia di Regalgioffoli, borgata di Roccapalumba, erano così tanti e rinomati per il loro particolare gusto, che molti grossisti di Palermo compravano il frutto sulla pianta.

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