Tema 2019: Siamo particolarmente attenti ai “segnali deboli” della vita quotidiana che si manifestano in forma di comportamenti, nuovi rituali e attitudini omologate. Il futuro di qualcuno è il regalo di qualcun altro.
La sfida di quest’anno sta nel mettere in discussione e interrogare le pratiche sociali e tecnologiche, le tendenze culturali e i problemi emergenti: cambiamenti climatici, flussi migratori incontrollati, cyberbullismo, iper-digitalizzazione, ideologie razziste, interazioni digitali e subordinazione del più debole.
Qual è il nostro posto nel mondo? Le scelte che facciamo oggi influenzano la prospettiva verso il domani, e quindi come possono l’arte e il design aiutarci a progettare il nostro futuro?
Mood: A partire dalle riflessioni sulla società odierna, vogliamo abbandonare qualsiasi considerazione estetica, a favore del significato. Vogliamo porre lo spettatore di fronte a interrogativi e congetture, attraverso operazioni di “appropriazione indebita”. Quest’ultima serve ad esprimere il rapporto tra l’oggetto e chi l’aveva utilizzato, tra tempo e l’usura del medesimo. Intendaimo rivolgere lo sguardo verso la decontestualizzazione di luoghi, materiali e circostanze, tramite un’operazione di “situazionismo”.
Design Fiction: Design Fiction è una pratica progettuale che mira a esplorare e criticare possibili futuri tramite la narrazione di scenari speculativi e spesso provocatori.
Viviamo in un futuro costantemente rinviato, come se non riguardasse le scelte che facciamo oggi: lo scopo di questa disciplina è generare dibattiti, facilitare interazione e dialogo per rendere il futuro quasi reale e a “sospendere l’incredulità sul cambiamento” (B. Sterling).
Design Fiction non si occupa di come è il mondo, ma di come potrebbe essere.
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