Monte Saraceno è una collina che sorge nelle immediate vicinanze della città di Ravanusa. Il Monte Saraceno fu chiamato così per un errore di attribuzione che alcuni autori del Settecento fecero nel vedere i ruderi di una città distrutta che sorgeva sull’altura. In verità studi più recenti hanno dimostrato che si tratta dei resti di un insediamento protostorico conquistato, alla fine del VII sec. a. C. dai Geloi e, nel VI, dagli Agrigentini. Nella parte più alta, a nord, vi era l’acropoli con l’area sacra per pregare e adorare le divinità. Più in basso, invece, si vedono i segni di due abitati su terrazzamenti munite di mura: Il periodo di massima fioritura del centro si può collocare tra il secondo venticinquennio del VI secolo al terzo venticinquennio del V secolo a.C., periodo in cui subisce un arresto, per poi riprendere subito dopo con una nuova fase edilizia sul pianoro sommitale e il riutilizzo delle strutture precedenti nel terrazzo superiore. La necropoli sorge in ampie aree ai piedi della collina verso il fiume. Alla metà del IV secolo un evento traumatico porta ad un abbandono dell’abitato del terrazzo superiore e le costruzioni sul piano sommitale sopravvivono solo fino ai primi decenni del III secolo a.C. Sul nome dell’antica città non c’è ancora certezza si pensa che possa essere identificata con Kakyron o con Maktorion. La maggior parte dei materiali qui rinvenuti sono stati conservati prima nel Museo Archeologico di Agrigento ed oggi si trovano esposti al Museo archeologico Salvatore Lauricella di Ravanusa.
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